mercoledì 10 marzo 2010

Recensione

Stefano Fusaro, Cittadini ed esclusi, la teoria dei gruppi, Holzenbein und Nowitzki Ed., Hamburg 2010

Fusaro parte da una facile metafora applicata al campo da basket e divide la società in tre semplici gruppi di appartenenza al fine di mettere in atto un vero e proprio meccanismo biopolitico di normalizzazione sociale. Il gruppo A assume una predominante valenza oligarchica, propria di una visione del mondo prevalente all’interno della borghesia mitteleuropea. Archetipo della cittadinanza d’elite, il gruppo A rappresenta il paradigma del potere economico e politico, simbolo assoluto del modello ideale di standardizzazione sociale. Tornando alla parabola cestistica, possiamo perciò tranquillamente collocare nel gruppo A figure significative dotate di talento tecnico e prestanza fisica quali Bonetto, Magro, Tommasin, Marini tanto per citare a memoria. Questi ultimi saranno garanzia di presenza continua ed indispensabile, serviranno da modello di ispirazione per i membri della seconda categoria (il gruppo B), saranno di aiuto e di supporto nel caso uno di questi aspiri all’inserimento nella classe superiore tanto ambita. E’ evidente quindi il ruolo di filantropia sociale che un appartenente al gruppo A, Mezzalana per esempio, possa esercitare su un membro del gruppo B, sia esso un Coccato od un Baici qualsiasi. Abbandonate da tempo le visioni più radicali della psichiatria applicata e della soluzione chirurgica, agli ultimi di quello che sembra quasi più un girone dantesco che una categoria sociale, il gruppo C, non resta altra scelta, vista l’impossibilità di appellarsi a criteri di invalidità costituzionale, di mantenere una condotta disciplinare retta ed inappuntabile, utile a combattere la degenerativa e pericolosa deriva criminale. Questa azione si rivelerà altresì strutturalmente organica al sistema così consolidato, nella sua primaria funzione di ridurre i costi assistenziali a carico dei cittadini. Un Vedovato od un qualsivoglia Franceschini dell’ultim’ora si manterranno così parte sociale prona agli interessi della collettività, ligi al dovere, impalpabili nelle velleitarie proteste popolari duramente soppresse dalle forze di polizia. Non potranno mai condizionare le scelte politiche e contribuiranno a testimoniare un sostanziale accordo in favore del massimo sistema fusariano. Solo un notabile scenderà a compromessi con il vulgo dell’ultima fascia, a custodia e garanzia del completamento di un opera di igiene sociale e, possiamo affermare senza ombra di dubbio, anche razziale, di una macchina propagandistica assolutamente perfetta: il notaio. Un dubbio appare velatamente prospettarsi al nostro lettore: quale il criterio, sempre che esista, tale da far scemare privilegi e virtù di un appartente al gruppo A fino a farlo precipitare nella schiera dei dannati? In sostanza: potrà mai un Ruggeri, perfetto esponente da gruppo A, trovarsi un domani tra le fila del gruppo inferiore?

1 commento:

cochi (gruppo B) ha detto...

questo intervento fa riflettere, il mio pensiero corre alle idee platoniche di bellezza e armonia -la natura con i suoi misteri e con la sua perfezione - e che dire del gioco, incomprensibile fenomeno che risveglia in noi il nostro essere metafisico parlando alla nostra anima, ed infine - la gara con la quale l'essere umano, quasi a sfidare il proprio essere mortale, cerca di elevarsi con il proprio corpo ad una realtà superiore...